Un recente studio analizza lo stato dell’arte della robotica collaborativa nei moderni sistemi industriali, e delinea il futuro della ricerca dal punto di vista dei Fattori Umani.
Continua a crescere il mercato dei cobot, o robot collaborativi, progettati per lavorare in sicurezza al fianco degli esseri umani e aumentare l’efficienza dei moderni sistemi industriali. L’ingresso dei cobot nelle filiere produttive ha infatti aperto la strada a nuove forme di automazione, volte a sviluppare un’interazione diretta tra umani e robot in grado di abbattere le barriere fisiche dei sistemi tradizionali e, nel contempo, introdurre nuove variabili incentrate sui Fattori Umani.
Un nuovo studio condotto dall’Università di Padova e pubblicato a febbraio 2023 sul Journal of Intelligent & Robotic Systems ha presentato una panoramica sulla ricerca svolta in merito alla robotica collaborativa, prendendo in esame tre dimensioni principali per analizzarne le rispettive interazioni: le proprietà dei cobot, le caratteristiche dei moderni sistemi di produzione e i Fattori Umani.
Un’accurata analisi della recente letteratura scientifica intercalata nel settore Manifatturiero (Industria 5.0), che mette in luce i concetti più studiati, quali ergonomia e stress mentale, ma soprattutto quelli che necessitano di essere maggiormente esplorati.
Cobot e Fattori Umani: ergonomia e carico di lavoro tra i concetti più indagati
Secondo lo studio, gli ambiti di ricerca inerenti ai Fattori Umani e maggiormente indagati in relazione alle proprietà dei cobot, sono i concetti di ergonomia e carico di lavoro mentale, con particolare interesse rivolto all’implementazione degli aspetti legati alla sicurezza e alla connettività dei robot collaborativi.
Resta invece molto basso il numero di studi incentrati sul tema dell’accettazione, concetto che restituisce una misura del grado di comprensione e fiducia degli esseri umani nei confronti dell’adozione di nuove soluzioni tecnologiche. Un aspetto di non poca rilevanza nello sviluppo di un’interazione umano-centrica, che richiede di essere maggiormente indagata sotto il profilo della mobilità e della coerenza dei cobot.
Nello specifico, i ricercatori sottolineano l’importanza di ulteriori indagini sulla progettazione di una serie di movimenti e di risposte da assegnare alle macchine, un aspetto che ritengono fondamentale per accrescere la propensione e la disponibilità degli operatori a lavorare con esse.
Industria 5.0 e cobot: verso sistemi più agili e flessibili
Nella dimensione dei sistemi produttivi moderni, lo studio evidenzia come l’implementazione dei cobot sia stata ampiamente indagata sotto il profilo della riconfigurabilità dei sistemi industriali e in funzione di un sistema di produzione orientato ai costi. Si riscontra invece una significativa lacuna nello studio dell’agilità del sistema produttivo su cui mancano ancora studi più approfonditi. Secondo i ricercatori, ciò potrebbe essere dovuto alla natura generica del concetto di agilità intercalato nei moderni sistemi industriali, ancora oggi oggetto di indagine.
I risultati della ricerca evidenziano inoltre la necessità di indagare maggiormente alcuni aspetti strettamente interconnessi nelle tre dimensioni proposte, come ad esempio l’intelligenza e la connettività dei cobot; elementi che, come la mobilità, possono agevolare l’implementazione dei Fattori Umani nei luoghi di lavoro e nel contempo migliorare la capacità di adattamento dei sistemi produttivi alle mutevoli esigenze di mercato, soddisfando il requisito di flessibilità che contraddistingue il dominio dell’industria 5.0.
In conclusione, l’indagine ci fornisce un quadro completo dello stato attuale della ricerca scientifica nell’ambito della robotica collaborativa, con il duplice proposito di mettere a fuoco gli aspetti fino ad oggi più studiati, e delineare il futuro dell’automazione. Un futuro che come emerge dallo studio è ancora da costruire e la cui natura dipenderà dalle scelte e dagli sforzi che la ricerca d’avanguardia deciderà di perseguire: da un lato l’introduzione dei cobot sembra già garantire miglioramenti significativi in termini di efficienza e produttività, dall’altra dobbiamo prepararci alle inedite sfide che sistemi sempre più complessi ci metteranno di fronte.
L’obiettivo sarà accrescere il potenziale delle interazioni tra robot e operatori, rimanendo consapevoli della necessità di un’innovazione responsabile, che ponga l’essere umano al centro.